Osservazione ispirata ad “Art of the Idea” di John Hunt: “Il cambiamento graduale va bene se sei un ghiacciaio”.
Probabilmente sono la combinazione del moto inesorabile del mondo e la nostra estrema interconnessione che rendono meno rilevanti delle piccole modifiche.
Pensiamo di essere cambiati e di esserci spostati in avanti, ma lo scenario con la quale stiamo agendo si è spostato più velocemente di noi. Per questa ragione le idee sono importanti; sono l’unico meccanismo che abbiamo per tenere il passo con il mondo che cambia. Una quantità enorme di pensiero innovativo non ce la fa, non perché l’idea è sbagliata, ma perché, nel momento cruciale, il nostro coraggio ci sfugge.
Il problema con l’incrementalismo non è solo la mancanza di velocità; è che finisce per svolgere la funzione di un buco nero. Attira sempre più piccole quantità di energia in se stesso e poi scompare del tutto. Centinaia di riunioni e incontri si rinviano con il consenso non dichiarato di non fare nulla. L’idea viene verbalizzata, concordata e archiviata, quindi sepolta. E morirà tra e-mail che faranno un ping-pong e da una sempre minore partecipazione alle riunioni di follow-up. Per un breve periodo, tutti saranno in copia su tutto e verrà registrato che nessuno sta facendo niente. Alla fine, l’idea imploderà e silenziosamente evaporerà nel cyberspazio.
Se invece l’idea ha una curva potente per la sua traiettoria, è vero il contrario. Ciò che era moribondo e senza vita comincerà ad avere un battito. Invece di andare in picchiata, la curva diventerà più lunga e più forte. Tutti vorranno fare parte dell’azione, non solo in modo da poter rivendicare una piccola parte di appartenenza, ma per il contributo al pensiero originale che darà anche un senso di missione.
Se avete intenzione di saltare, è meglio a questo punto fare un salto quantistico oltre i propri limiti.