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Il futuro della produzione di energia elettrica passa attraverso lo sviluppo delle CER

La guerra ai confini dell’Europa ha inevitabilmente portato a costi energetici più elevati in tutto il continente e di conseguenza ad una maggiore consapevolezza dell’importanza della questione energetica e dell’uso di energie rinnovabile nella nostra vita quotidiana. L’impatto è così dirompente che non si limita ad una questione economica per gli addetti di lavori ma potrebbe diventare presto una questione d’importanza sociale. L’uso di energie rinnovabili per ridurre la dipendenza dal gas è oramai una decisione cruciale per la Politica in quanto eventuali ritardi oppure decisioni sbagliate potrebbero compromettere il benessere e la tutela dei standard di qualità di vita che la nostra società europea ha raggiunto dal dopoguerra in avanti.

Quello che fino ad oggi è stato solamente un esperimento svolto in piccoli numeri, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) può diventare, se implementato con intelligenza e in più vasta scala, una soluzione sostenibile economicamente per utenze di basso e medio consumo energetico.

Cosa sono le CER?

In sintesi, possiamo definire le Comunità Energetiche Rinnovabili come delle associazioni di consumatori che producono energia attraverso il fotovoltaico, l’eolico o altre fonti rinnovabili disponibili e validate che si scambiano localmente l’energia prodotta, creando così un circolo virtuoso.

Questo significa incentivare la microgenerazione ovvero la nascita di piccoli impianti di produzione di elettricità pulita per il fabbisogno domestico e locale, come l’illuminazione stradale o il riscaldamento di scuole e palestre, utilizzando un mix energetico che prevede l’uso di queste tecnologie:


In Italia, grazie alle CER e la combinazione di varie microgenerazioni è stato possibile nel 2020 produrre circa 40GWh su circa 113TWh totali da fonti rinnovabili. Questo ha permesso la chiusura centrali elettriche a combustibile fossile, avvicinandoci così all’obiettivo dell’accordo di Parigi per la completa decarbonizzazione entro il 2050.

Il settore del fotovoltaico è per ora il protagonista nella microgenerazione, dato che le installazioni sono oramai diventate semplici e veloci, con costi che possono rientrare con pochi anni di produzione di elettricità. Tuttavia questa tecnologia da sola non è sufficiente per dare una risposta in tempi rapidi ai cambiamenti climatici in atto e affrontare la crisi energetica generata dalla guerra tra Russia ed Ucraina.

Le Comunità Energetiche nascono proprio da queste necessità, probabilmente rafforzate dall’idea in un recente passato dove molti piccoli paesi avevano la loro piccola centrale idroelettrica per l’illuminazione pubblica e il lavoro dei telai e dei frantoi: una idea di comunità, una idea di produrre e consumare in loco, evitando i costi di trasmissione e mantenimento che i sistemi centralizzati più ampi necessitano. Inoltre, favorendo queste comunità energetiche si possono offrire risposte energetiche in zone difficile da raggiungere o economicamente non vantaggiose da elettrificare per la rete nazionale.

A spingere verso questa soluzione energetica è la stessa Unione Europea con una serie di direttive emanate già dal 2008. Eccone, un elenco:

  • Prima Direttiva RED (Direttiva 2009/28/CE) | 2009: sostegno ad investimenti per nuove tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
  • Clean Energy Package | 2018: serie di direttive atte ridurre le emissioni globali di CO2 del 40% a livello comunitario. Tra le queste direttive, troviamo la Renewable Energy Directive 2 (RED 2), dove sono individuate anche le comunità energetiche come forme di autoconsumo.


All’interno di questa recente Direttiva Europea sono dunque disciplinate le CER, come enti giuridici con:

  • La partecipazione deve essere volontaria e aperta
  • I soci possono essere sia persone fisiche che giuridiche come PMI oppure Enti Locali
  • Devono essere senza scopo di lucro


Questo comporta che l’energia prodotta dai soci CER può essere condivisa tra consumatori finali, incentivando quello che di fatto è la microgenerazione di energia elettrica. L’energia elettrica prodotta da impianti ad energia rinnovabile è distribuita a tutti quei consumatori che hanno aderito al progetto: l’obiettivo finale è quello di sviluppare questo tipo di iniziative in maniera capillare e distribuita nel territorio.

Anche i nostri piccoli micro eolici verticali possono contribuire alla crescita di queste associazioni, creando ad esempio piccolo un parco eolico laddove non fosse possibile installare i grandi impianti eolici, invasivi per paesaggio e ambiente. Possono diventare essi stessi simboli di comunità energetica visto il loro forte impatto estetico.

Comunita-energetica-fonti-rinnovabili

Energy community in Italia

L’Electricity Market Report 2021 dell’Energy & Strategy Group (IEA) segnala la nascita nel 2021 di 33 iniziative in tal senso con 21 comunità energetiche e 12 gruppi di autoconsumo collettivo con un totale di energia prodotta che si attesta intorno agli 80 KW giornalieri.
La maggioranza dell’energia prodotta arriva dal fotovoltaico, tuttavia con l’implementazione contemporanea e a supporto nelle ore notturne di impianti eolici e/o idroelettrici la produzione potrebbe essere nettamente superiore.

Questo rapporto identifica in tre settori per l’iniziativa di creare una comunità energetica:

  • Enti pubblici
  • Imprese del settore energetico
  • Gruppi di privati cittadini

I vantaggi delle Comunità Energetiche

Il primo ed indubbio vantaggio di far parte di una comunità energetica è di natura economica, perché nonostante gli introiti (tot € per MWh prodotto) non costituiscono un extra reddito, tuttavia in pochi anni si rientra dall’investimento iniziale e si beneficia dell’utilizzo di elettricità senza inquinare.
In linea di massima, quindi, vi sono benefici in termine di:

  • Riduzione delle perdite di energia.
  • Si possono elettrificare zone rurali difficili da raggiungere
  • Bilancio energetico positivo (si consuma senza inquinare) con profitti economici nel medio lungo termine
  • Effettivo risparmio in bolletta immediato.


Un altro punto a favore, probabilmente il più importante nel lungo termine, è il beneficio per l’ambiente.
Infatti, se per contrastare l’attuale problema di carenza di gas dovuto al conflitto in Ucraina siamo costretti a riaprire le centrali a carbone per avere elettricità a più buon mercato,  facciamo un danno non solo all’ambiente ma prima di tutto, verso noi stessi.

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