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Uno degli obiettivi imposti agli stati membri dall’Unione Europea è di raggiungere entro il 2020 il 17% di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile, come lo sono il solare e l’eolico. L’Italia c’è riuscita ampiamente raggiungendo la quota del 17.8% di energia pulita.

Risultato sorprendente se pensiamo a quante volte l’Italia si è lasciata sfuggire importanti occasioni di crescita a causa della sua lentezza burocratica e la mancanza di infrastrutture adeguate rispetto ai migliori paesi dell’EU.

Sviluppare il più possibile l’industria delle rinnovabili vuole dire anche investire sulla mobilità elettrica, intesa oggi non solo come auto elettriche ma anche mobilità cittadina su monopattini, bici e autobus elettrici.

L’efficienza delle auto elettriche

Restando in tema di auto elettrica va precisato che essa è nel breve più sostenibile di quella con motore endotermico perché non crea ulteriori emissioni locali di CO2, rendendola effettivamente più efficiente.

Un motore elettrico infatti ha una efficienza superiore del 90% rispetto ad un 30% massimo per un motore a benzina, arrivando al 40% attraverso un sistema ibrido benzina/elettrico.

Dal punto di vista delle emissioni gassose il vantaggio dell’auto elettrica è quella di avere emissioni zero allo scarico, per cui sono indicate per l’uso in città, perché favoriscono la riduzione il tasso di inquinamento locale, primo pericolo per la salute dei cittadini.

Immaginiamo la città di Milano senza mezzi tradizionali ma con la presenza esclusiva di mezzi pubblici e privati a propulsione elettrica.

Non sappiamo se il cielo tornerebbe azzurro come una volta, anche a causa di altri elementi inquinanti come gli impianti di riscaldamento domestico obsoleti, ma probabilmente l’aria diventerebbe nel breve più sana e respirabile, rendendo la città più vivibile.

Purtroppo, però non è tutto così semplice, perché se è vero che a livello locale le emissioni scendono a zero per alimentare l’auto elettrica da qualche parte bisogna pur produrre energia elettrica, e se la produzione non è fatta con energie rinnovabili, si sposta solamente l’inquinamento da un luogo all’altro. Pertanto, è auspicabile che:

  • Produrre energia rinnovabile su larga scala (grandi impianti) può aiutare e rifornire il sistema elettrico nazionale.
  • Produrre energia rinnovabile domestica, favorendo la microgenerazione ad esempio il nostro micro eolico verticale, sarebbe di aiuto perché ridurrebbe la richiesta di energia alla rete centrale.

Se riusciamo ad immaginare centinaia di migliaia di edifici (abitazioni ed uffici) alimentati a solare ed eolico domestico possiamo capire la portata di energia che verrebbe richiesta in meno alla rete nazionale, cioè energia che potremo sottrarre alla produzione energetica da fonti fossili.

L’impegno di alcune case automobilistiche

Il gruppo Volkswagen, colpito severamente dallo scandalo Diesel Gate, ha negli ultimi anni incentivato molto il comparto delle energie rinnovabili soprattutto per aumentare la sostenibilità del reparto produttivo, riuscendo a ridurre del 40% l’impatto ambientale del marchio. Insomma, l’auto elettrica in se è importante, ma è l’intero ciclo produttivo a dover essere a basso impatto ambientale, altrimenti gli sforzi chiesti ai cittadini sono inutili.

Questa strategia di decarbonizzazione si basa soprattutto sull’uso di energia da fonti rinnovabili ed il sito produttivo di Zwickau ne è un esempio.

L’impianto situato in questa cittadina della Sassonia ha diminuito le emissioni di CO2 del 66% in 10 anni, sia grazie alle energie pulite che ad impianti di cogenerazione a basso impatto. In questa ottica, il gruppo VW è diventato esso stesso un player energetico, infatti fornisce energia elettrica ad utenze domestiche e piccole aziende attraverso la controllata Elli Group GmbH.

Anche Audi, che fa parte del gruppo Volkswagen, mette il suo impegno in questa campagna di promozione delle energie rinnovabili e lo fa supportando la realizzazione di parchi eolici, così da diventare entro il 2025 un fornitore di mobilità a zero emissioni di CO2. Anche qui l’idea di fondo è quello di aumentare la mobilità elettrica ma di pari passo produrre l’energia necessaria attraverso fonti pulite, altrimenti lo sforzo sarà inutile perché sarebbe semplicemente un modo diverso per produrre inquinamento in altre aree, in altri luoghi.

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