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Nel 2019 è stato pubblicato il Rapporto Speciale dell’IPCC (Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici), i cui risultati sono estremamente allarmanti e purtroppo, confermati anche dalle successive pubblicazioni sempre più critici sullo scenario che si sta creando. Il rapporto dipinge un quadro molto preoccupante delle conseguenze del cambiamento climatico che aumenterebbe di 3,1-3,7°C, se si mantenessero invariate le attuali politiche ambientali ed energetiche. Solo riducendo le emissioni globali del 40% entro il 2030 potremmo limitare l’aumento a 1,5°C: ciò porterebbe comunque a diversi effetti negativi sul clima del nostra pianeta, uno per tutti lo scioglimento di una parte importante dei ghiacci perenni.

La Commissione Europea ha quindi deciso di adottare misure urgenti per affrontare la crisi climatica in corso, adottando una nuova strategia per stimolare la finanza in supporto della sostenibilità. L’obiettivo è garantire che il sistema finanziario sostenga l’azione per il clima e contribuisca al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

La strategia si concentra su tre pilastri principali:

  1. La finanza sostenibile deve essere integrata in tutte le politiche dell’UE.
  2. L’UE deve intensificare gli sforzi a livello globale.
  3. E’ necessaria una tassonomia europea per la finanza sostenibile.

Per raggiungere questi obiettivi, dal 2018 la Commissione europea sta lavorando insieme agli Stati membri, al Parlamento europeo e ad altre parti interessate a un Piano d’azione per la finanza sostenibile (SFAP). Lo SFAP è stato adottato dal Consiglio Europeo il 28 maggio 2019, seguito da un atto di esecuzione il 21 giugno 2019 che fornisce dettagli sull’attuazione delle azioni chiave dello SFAP.

Impatti e rischi su clima e finanza

La soluzione è agire tempestivamente a livello globale, soprattutto nel campo della produzione di energia affinché il 70-80% del fabbisogno del pianeta sia generato da fonti rinnovabili (vedi qui il nostro mini eolico verticale) e che l’uso di carbone e lignite scenda gradualmente verso lo zero. Sarà possibile evitare il superamento del limite di +1,5°C di riscaldamento globale solo se le emissioni globali di CO2 inizieranno a diminuire ben prima del 2030.

Il cambiamento climatico non è una minaccia lontana: è già in atto. Negli ultimi anni è costato all’umanità centinaia di miliardi di dollari in perdite e danni e ancor peggio, perdite di vite umane. Purtroppo, gli impatti futuri del cambiamento climatico saranno ancora più devastanti.

Questa tassonomia è intesa come una linea guida per gli analisti del rischio e i gestori delle emergenze, così da adottare un approccio più olistico nella valutazione della vulnerabilità del proprio Paese rispetto agli impatti dei cambiamenti climatici. Ciò fornisce una panoramica di tutti i settori che potrebbero essere colpiti dai cambiamenti climatici, compresi i sistemi antropici infrastrutturali come edifici, ponti e strade, la gestione delle risorse idriche, l’agricoltura e la silvicoltura, la biodiversità, i sistemi sanitari, gli insediamenti umani, le reti di approvvigionamento energetico, i processi industriali dell’industria manifatturiera, i sistemi di trasporto, fino ai servizi finanziari, le reti di telecomunicazione, i sistemi informatici, i servizi sociali come l’istruzione e l’assistenza sanitaria e i sistemi giudiziari.

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Economia e finanza sostenibile nel piano europeo

L’uso dei combustibili fossili è stato determinante per lo sviluppo umano degli ultimi due secoli, tuttavia ha contribuito in modo determinante al cambiamento climatico e al degrado ambientale del nostro pianeta. Per affrontare questo problema, la Commissione Europea ha sviluppato il Piano d’Azione Europeo per la Finanza Sostenibile, che mira a promuovere gli investimenti sostenibili, a ridurre le emissioni di CO2 così da combattere i cambiamenti climatici.

Per Finanza Sostenibile si intende quella che contribuisce allo sviluppo sostenibile in Europa, sostenendo progetti ecocompatibili e talvolta, le aziende che vi investono in questa direzione.

Il Piano d’Azione Europeo per la Finanza Sostenibile si articola in tre pilastri:

  • Una tassonomia della finanza sostenibile che definisce cosa significa essere sostenibile e come la sostenibilità può essere misurata.
  • Uno schema di certificazione per i prodotti finanziari sostenibili.
  • Un quadro di riferimento per la rendicontazione dei progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi climatici.

La “Tassonomia della Finanza Sostenibile” (Regolamento (UE) 2020/85212) è stata istituita presso le istituzioni europee il 10 marzo 2021.

È stata creata per garantire che tutti gli investitori abbiano la stessa comprensione di ciò che costituisce la finanza sostenibile.
Essa mira a garantire che i fondi di investimento, le banche e le altre istituzioni finanziarie siano in grado di valutare i rischi associati agli investimenti non sostenibili e di prendere decisioni più informate sui loro investimenti. La tassonomia fornisce un linguaggio comune per la definizione e la misurazione dei fattori di rischio ESG (Environment, Social & Governance) al fine di aumentare la trasparenza e incoraggiare gli investimenti responsabili. Si tratta di un passo importante verso un futuro sostenibile per l’Europa, poiché consentirà alle aziende europee di prendere decisioni informate su come investire il proprio capitale.

L’UE in questo modo cerca di promuovere gli investimenti responsabili attraverso la promozione di strumenti di finanza sostenibile come le obbligazioni verdi, i prestiti verdi o i gestori patrimoniali che si concentrano sull’investimento nella sostenibilità.

Conclusione

L’Unione Europea ha compiuto un significativo passo avanti nel suo impegno a promuovere un nuovo modello economico basato sulla sostenibilità, coinvolgendo la finanza. La proposta di Direttiva della Commissione sugli appalti pubblici verdi, ad esempio, mira a sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile con l’adozione di nuove regole per l’aggiudicazione di appalti pubblici più rispettosi dell’ambiente e socialmente responsabili, generando un ulteriore booster di cambiamento verso la sostenibilità.

Negli ultimi anni, l’Europa si è unita agli Stati Uniti nel presentare nuove normative che mirano a ridurre drasticamente le emissioni di CO2 nel settore privato come quello dei trasporti e dell’industria così da favorire l’uso di fonti di energia rinnovabili nei loro processi produttivi. Queste misure fanno parte di un piano più ampio volto a finanziare la crescita sostenibile, all’interno del quale esiste un quadro normativo per gli strumenti finanziari che possono essere utilizzati per finanziare progetti privati legati alla tutela dell’Ambiente.

Per questo motivo, è più che mai necessario puntare sull’innovazione e sulla tecnologia quando si tratta di finanziare la crescita sostenibile.
I Regolamenti Europei hanno espresso chiaramente questa intenzione adottando una sezione specifica dedicata all’innovazione tecnologica e al suo ruolo nella promozione della crescita sostenibile.

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