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Verso un futuro sostenibile: la COP28 potrebbe segnare la fine dell’era dei fossili

Mentre la conferenza COP28 giunge al termine, non possiamo fare a meno di riconoscerne l’importanza strategica: i riflettori sono puntati sul futuro del nostro clima e su come questo influenzerà le vite dei più giovani tra noi.

È chiaro come, oggi più che mai, il mondo sia consapevole dell’urgenza di impegnarsi in azioni decise per mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici, ma nonostante ci siano state negli ultimi anni decisioni e azioni positive, la strada da percorrere è ancora piuttosto lunga.

Il problema climatico

l’anno precedente è stato testimone di una serie inquietante di calamità legate al clima, anche in zone del mondo solitamente non colpite da eventi catastrofici.
Questo evidenzia non solo la fragilità delle nostre società ma soprattutto la necessità impellente e indiscussa di mettere in campo soluzioni rapide, tangibili ed estremamente efficaci.

La spinta verso un allontanamento dai combustibili fossili – sebbene promettente e riconosciuta durante la conferenza – è solamente un primo passo.

È arrivato il momento di agire con un senso di urgenza mai visto prima e con risolutezza, affinché possiamo avviarci verso una transizione che non sia soltanto un cambiamento di tecnologie, ma una reale e concreta trasformazione verso pratiche più eque, più verdi, più pulite.

Un esempio? L’adozione incentivata di impianti per la produzione di energia rinnovabile sia a livello domestico che aziendale e amministrazioni pubbliche. Pensate ad una città dove l’illuminazione pubblica è alimentata da uno o più generatori micro eolici, oppure a palazzi e uffici alimentati da un mix di solare ed eolico.

Progettare città verdi è quindi possibile, se l’investimento iniziale può sembrare proibitivo di fronte al problema climatico non c’è più scusa che tenga.
Bisogna investire, senza se e senza ma.

Cos’è la COP e perché è così importante?

La Conferenza delle Parti, meglio conosciuta con l’acronimo COP, è molto più che un semplice incontro internazionale; è il cuore pulsante di una mobilitazione globale, un forum insostituibile dove rappresentanti governativi di ogni angolo del pianeta convergono con un obiettivo comune: formulare e concordare misure efficaci per contrastare l’avanzata impetuosa dei cambiamenti climatici.

Essa costituisce una piattaforma unica per negoziati e scambi di idee incentrati su come migliorare le nostre reazioni collettive alle sfide ambientali che stiamo affrontando.

Durante l’ultima edizione, la COP28, si è riscontrata un’enfasi senza precedenti sull’importanza di integrare la prospettiva delle generazioni più giovani nei meccanismi decisionali. È stato un chiaro riconoscimento del fatto che le scelte di oggi plasmano il mondo in cui vivranno i nostri figli e nipoti.

Loss and damage

L’innovazione tecnologica e il finanziamento strategico sono due pilastri fondamentali nella guerra contro la crisi climatica, una lotta che non conosce frontiere e che si svolge su molti fronti.

In questo contesto, l’annuncio dell’Italia riguardo al generoso impegno di 100 milioni di euro verso il Fondo per le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici emerge non solo come un gesto di solidarietà internazionale ma anche come simbolo di un impegno tangibile verso coloro che sono più esposti agli effetti devastanti di tale crisi.

La Transizione è la Nuova Parola d’Ordine

Mentre riflettiamo sui progressi raggiunti dall’indimenticabile COP di Parigi del 2015, è impossibile non notare che il paesaggio si è trasformato nettamente.

Il vento sta soffiando in direzione delle energie rinnovabili, che si affermano sempre più come pilastro dell’economia verde grazie alla loro crescente accessibilità e convenienza economica.

Il salto qualitativo, tuttavia, è stato più marcato nel modo in cui queste tematiche sono diventate prioritarie nello scenario politico internazionale; nuove normative e politiche più severe sulle emissioni sono la prova tangibile di un cambiamento nella coscienza collettiva, una promessa verso un’azione più decisa ed incisiva.

Sul fronte della COP28, è emersa con chiarezza un nuovo mantra: la transizione.

L’accordo di Parigi aveva già dato inizio ad un nuovo percorso, ma Il nuovo dibattito si è concentrato ancor di più sulla necessità di dismettere i combustibili fossili, non più solo come una possibilità, ma come un imperativo decisivo.

Innovazione e sfide future

Infine, parlando delle tecnologie eco-compatibili, i dialoghi all’interno della COP28 hanno rivelato un quadro stimolante di innovazioni e di nuove sfide da affrontare.

I settori che sono notoriamente difficili da decarbonizzare, come quelli pesanti industriali, richiedono una dedizione nell’adottare tecnologie a bassa emissione che possono rivestire un ruolo cruciale in questo decennio determinante.

E nonostante i passi avanti realizzati fino ad oggi, per continuare su questo cammino di progresso è richiesto un investimento notevole e proattivo da parte del settore privato, nonché un cambiamento radicale nelle politiche che — fino a poco tempo fa — garantivano un vantaggio ai combustibili fossili.

I passaggi futuri, quindi, devono essere mirati e guidati con una visione chiara e con l’obiettivo di una completa trasformazione verso un’infrastruttura sostenibile.

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