In passato solamente alcuni appassionati ecologisti sceglievano di usare impianti fotovoltaici o micro eolici nelle loro abitazioni: fortunatamente in poco piรน di dieci anni la situazione รจ cambiata profondamente: sempre piรน spesso si nota la presenza di queste tecnologie di energie rinnovabili nelle nostre cittร e campagne.
La transizione energetica in Italia
All’inizio della transizione energetica, lโunica vera fonte di produzione rinnovabile presente in Italia, soprattutto al Nord, era lโidroelettrico di grande taglia.
Poi, grazie a dei provvedimenti ad hoc, iniziati ai tempi del Governo Prodi, lโItalia ha iniziato a scommettere sulle rinnovabili, stimolando lโinstallazione di queste tecnologie al tempo pionieristiche attraverso una serie di sistemi di incentivazione, in alcuni casi parecchio generosi (lโesempio piรน noto รจ quello delle prime edizioni del Conto Energia fotovoltaico), finanziati dalla componente A3 della bolletta elettrica.
In altre parole erano sostenuti indirettamente da tutti gli italiani al momento del pagamento della loro bolletta.
Grazie a questa forte remunerazione iniziale collegata ad ogni kWh pulito prodotto, le rinnovabili hanno recuperato il gap di competitivitร con le fonti fossili, spingendo privati e semplici cittadini a investire su queste tecnologie sia per motivi ambientali sia per motivazioni economiche.
Questa ondata verde ha permesso all’Italia di raggiungere gli obiettivi prefissati per la transazione verde prima del 2020. Lโincentivazione ideata, insomma, si รจ dimostrata sicuramente uno strumento molto utile in termini di generazione di kWh puliti prodotti attraverso le fonti di energie rinnovabili.
Tuttavia, questo svolta green non ha dato vita ad una auspicata filiera industriale nazionale, dando lโimpressione di aver trasferito ricchezza solamente ai veri produttori di pannelli e componenti, ovvero la concorrenza asiatica.
Da qui si รจ generato lโequivoco che abbiamo sostenuto i produttori in Cina con i soldi degli utenti italiani. In realtร , approfondendo i dati i veri vincitori sono in buona parte i proprietari stessi degli impianti e in subordine, la filiera nazionale di operatori addetti all’installazione e alla manutenzione degli stessi.
Con eccezione degli incentivi del micro eolico, questi incentivi sono stati assottigliati dal 2014 in poi, proprio per ridurre lโimpatto che questa voce extra di costo aveva sulle bollette elettriche degli italiani. Tuttavia, gli impianti rinnovabili sovvenzionati prima di questo cambio di rotta, continuano ancora oggi a godere di questi meccanismi di incentivazione molto โgenerosiโ, poichรฉ strutturati su contratti ventennali.
Risulta per questo molto interessante approfondire lโultimo rapporto delle attivitร pubblicato dal GSE, il Gestore di Servizi energetici nazionale, che ancora oggi sostiene con queste incentivazioni gli impianti di fonti rinnovabili nel nostro paese:
la stima รจ che, nel 2019, abbia dovuto sostenere un costo netto di ben 11,4 miliardi di euro per lโincentivazione dellโenergia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (a cui vanno aggiunti ulteriori 1,3 miliardi per all’efficienza energetica e alle rinnovabili termiche, 0,8 miliardi per i biocarburanti e 1,3 miliardi riconducibili ai proventi derivanti dal collocamento di quote di emissione allโasta nellโEUETS).
Focalizzandoci esclusivamente sulla parte elettrica, i costi sostenuti dal GSE per lโincentivazione e il ritiro dellโenergia elettrica si sono attestati nel 2019 sui 12,9 miliardi di euro, da 13,4 miliardi nel 2018 per effetto della minor produzione idroelettrica dovuta a ragioni climatiche ed economiche e delle scadenze del periodo incentivante di impianti ex Certificati verdi e CIP6/92
I ricavi provenienti dalla vendita dellโenergia โverdeโ ritirata hanno compensato questi costi: nel 2019, infatti i ricavi del GSE ( 28,6 TWh) hanno raggiunto i 1,5 miliardi di euro, in calo rispetto al 2018 sia per la contrazione dei volumi (-2 TWh) sia per la diminuzione del prezzo medio dellโenergia. La differenza tra i costi e i ricavi ha cosรฌ determinato gli 11,4 miliardi di euro di fabbisogno economico per il 2019, in lieve calo rispetto agli 11,6 miliardi del 2018.
La fonte piรน onerosa dal punto di vista dei costi di incentivazione รจ come possiamo immaginare dovuta al fotovoltaico: nel corso del 2019 il GSE ha erogato 5,9 miliardi di euro ai 549.212 impianti in tutta Italia per una produzione di energia pulita pari a 17.569 MW, ammessi ai diversi Conti Energia, circa 200 milioni in piรน rispetto al 2018.
Energie rinnovabili: i nuovi incentivi
Il D.M. 4 luglio 2019 (piรน noto come FER 1) ha rinnovato i preesistenti meccanismi di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili (D.M. 6 luglio 2012 e D.M. 23 giugno 2016, in particolare riservati all’eolico), introducendo perรฒ per la prima volta in Italia un sistema di competizione intertecnologica.
Lโincentivazione รจ prevista per le fonti fotovoltaica, eolica, idroelettrica e gas di depurazione.
In particolare, il Decreto individua, in funzione della fonte, della tipologia dโimpianto e della categoria dโintervento, quattro differenti gruppi: Per ciascun gruppo sono previsti distinti contingenti di potenza incentivabile, da assegnare con sette successive procedure competitive di registro o asta, sulla base di specifici criteri di prioritร o del ribasso sul livello di incentivazione offerto dagli operatori in sede di partecipazione alla singola procedura.
Gli impianti ammessi sono incentivati sulla base dellโenergia immessa in rete, a valle dellโentrata in esercizio: quelli fino a 250 kW con delle Tariffe Onnicomprensive (TO); quelli oltre tale soglia di potenza con un incentivo pari alla differenza tra una tariffa di riferimento e il prezzo zonale orario dellโenergia.
Sono inoltre previsti due ulteriori premi: uno da riconoscere all’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici installati in sostituzione di coperture dโamianto, lโaltro all’energia prodotta e auto consumata per gli impianti realizzati su edifici e di potenza fino a 100 kW.
In ambito europeo gli obiettivi prefissati per il 2030 sono quelli di raggiungere una copertura di almeno 30% dei consumi energetici del nostro paese da fonte di energia primaria come il solare, lโeolico e il microeolico: alla luce di questa sfida lโItalia dovrร confermare e forse aumentare lo sforzo economico nei prossimi anni per incentivare fortemente questa transizione economica, supportando un contesto che incentivi gli investitori, grandi e piccoli, a realizzare nuovi impianti verdi.