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Dall’ultimo rapporto dell’United Nations Environment Programme si deduce che gli USA tra i paesi sviluppati è stata la nazione che più ha investito nelle nuove tecnologie verdi nel 2015 con circa 44 miliardi di dollari, una crescita che si attesta al 19% rispetto al 2014.

Segue il Giappone post-tsunami che ha investito come nel 2014, circa 36 miliardi di dollari.

Purtroppo, continua il rallentamento sugli investimenti verdi in Europa con un negativo del 21%: nonostante l’aumento dell’eolico off-shore con 17 miliardi di dollari, l’investimento totale si è fermato a 49 miliardi di dollari, primeggiando comunque rispetto a USA e Giappone.

In Europa, l’eolico, grazie agli investimenti verso l’offshore, ha superato a fine 2015 l’idroelettrico e il nucleare, diventando la terza fonte per capacità cumulata, purtroppo ancora dietro all’elettricità generata da gas e carbone.

Nel 2015, i tre quarti della nuova potenza installata per elettricità in Europa è stata di rinnovabili, ovvero 22,3 su 29 gigawatt totali.

L’eolico europeo così incide del 44% sulla nuova potenza installata e il fotovoltaico del 29%, circa 8,5 megawatt.

Fortunatamente, seguono a distanza le nuove installazioni da fonti tardizionali come il carbone (4,7 gigawatt, 16,3% del totale) e gas (1,9 gigawatt, 6,4%).

 

Liberamente tratto da Nova del Sole 24 Ore “Le rinnovabili oltre la congiuntura” di Elena Comelli

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