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Dall’ultimo rapporto dell’United Nations Environment Programme si deduce che il costo delle rinnovabili continua a diminuire.

Infatti, rispetto al 2009, il costo medio del solare negli USA è sceso del 82% e quello dell’eolico del 61%.

A livello mondiale invece nel 2015 il costo medio del megawatt da fotovoltaico si è attestato al 122 dollari, ovvero 11 dollari in meno rispetto al 2014 con il primato ottenuto da un impianto di Dubai, Acwa Power, che è riuscito ad arrivare addirittura a 60 dollari.

Le fonti rinnovabili contribuiscono sempre più a soddisfare il fabbisogno mondiale di elettricità con un’incidenza del 18% ed un impegno globale di arrivare almeno al 36% nel 2030.

Questa eventualità potrebbe aumentare la bolletta energetica globale a circa 290 miliardi di dollari l’anno, portando però un beneficio in termini di riduzione di emissioni ed inquinamento che potrebbe portare un beneficio all’agricoltura e alla salute umana fino a 4.200 miliardi di dollari all’anno, evitando circa l’emissione di 12 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. Solamente in questo modo, ovvero con un impegno doppio di quello manifestati dal Cop21 di Parigi, si potrebbe davvero contenere l’aumento al di sotto dei 2 gradi rispetto alla temperatura pre-industriale.

Liberamente tratto da Nova del Sole 24 Ore “Le rinnovabili oltre la congiuntura” di Elena Comelli.

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